Ieri mi è successa una cosa bruttissima, mentre stavo camminando vicino a casa, sono inciampata su un sasso di medie dimensioni.

Non mi sono fatta male, ma nell’urto il sasso si è spostato dalla posizione originale lasciando un buco.

Come se non bastasse, è finito poco distante in mezzo al marciapiede.

Sembrava mi guardasse con aria di sfida: “e adesso cosa fai? Mi lasci qui? Lo sai che sono pericoloso!”.

Purtroppo il sasso aveva ragione, o almeno è quello che ha pensato la mia testa Doc: la mia distrazione aveva generato due potenziali rischi, un buco e un sasso sporgente.

È iniziata una lunga serie di pensieri intrusivi molto angoscianti: “qualcuno potrebbe inciampare e cadere, un ciclista, un bambino, un anziano”, non posso lasciarlo così, devo fare qualcosa”.

Ho provato a rimetterlo a posto ma non ci sono riuscita, o almeno non perfettamente, si muoveva e mi sembrava peggio.

Stavo impazzendo, avrei voluto chiamare qualcuno e chiedere aiuto, ma chi?

Potevo disturbare mio marito che stava lavorando per dirgli che avevo urtato un sasso e lo stavo fissando da cinque minuti senza sapere cosa fare?

Ero paralizzata, con la testa nel pallone.

Provavo ad analizzare le alternative per scegliere la meno peggio, incapace di muovermi e di andarmene.

Cosa avrebbe fatto una persona Doc free? Non avrebbe dato il minimo peso all’accaduto e avrebbe proseguito la passeggiata senza curarsi del buco e del sasso.

Ma io no, non potevo.

Per fortuna dopo poco è arrivato un mio vicino di casa, al quale ho chiesto aiuto.

Gli ho detto cosa era successo e lui molto gentilmente, notando che la situazione poteva essere pericolosa ha chiuso il buco con un po’ di terra e ha buttato il sasso.

Certo, avrei potuto farlo anche io se solo fossi stata più lucida e non in preda a un attacco di ansia e Doc.

La Pulce ossessivo compulsiva