Ieri notte mi sono svegliata di soprassalto, dopo un incubo allucinante, col cuore a mille e terrorizzata.
Ripensandoci sto ancora male.
Immaginate la scena: aula di tribunale, l’avvocato della controparte mi chiama al banco dei testimoni, esattamente come si vede nei telefilm americani, mi siedo e giuro di dire tutta la verità; sta per iniziare ad interrogarmi, quando mi giro verso i giurati e scopro che seduta in mezzo ad altre undici donne c’e’ mia suocera!
Non è finita: le osservo e mi sembrano tutte simili, medesima età e stesso ghigno malefico.
No, non è possibile, anche le altre signore sono suocere …
Cosa? Un’intera giuria di suocere?
Il legale mi dice che sono accusata di un reato gravissimo: “pessima moglie”, alla domanda: “come si dichiara” rispondo prontamente: “non colpevole”, ma lui mi incalza dicendo che le prove raccolte a mio carico sono inconfutabili e mi accusa di essere una pessima moglie e una nuora anche peggiore.
Durante l’arringa finale mi descrive come un mostro, dice che non ho mai reso felice mio marito, che sono una frana a cucinare, che non mi prendo cura di lui e trascuro la casa, che penso solo a divertirmi e sono tanto cattiva e ingrata con sua madre.
Il mio avvocato, uno d’ufficio, è un pasticcione, un ragazzino alla sua prima causa, non ha argomentazioni per controbattere e non si oppone mai.
Mentre aspetto il verdetto capisco che sono spacciata e mi chiedo quale sarà la pena.
Le suocere deliberano e rientrano, alla domanda: “la giuria ha raggiunto un verdetto?” risponde la mia: “si, riteniamo l’imputata colpevole”.
Sto per svenire, intanto il giudice prosegue: “la condanno a 500 ore da passare a casa di sua suocera, affinché possa imparare ad essere una moglie perfetta e una nuora migliore” e prosegue: “dispongo che sia condotta subito presso il nuovo domicilio”.
Davanti a quella sentenza mi metto a urlare: “no, no, per favore, signor giudice, la prego, mi dia l’ergastolo piuttosto, ma non questo, la prego”, ma è irremovibile.
Stavano per portarmi via quando mi sono svegliata …
La Pulce
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