Caro 2020, siamo arrivati alla resa dei conti.
Prima di salutarci voglio dirti cosa penso di te.
Sei entrato nella mia vita come un raggio di sole in pieno inverno, portando gioia e spensieratezza.
Gennaio e febbraio sono stati mesi stupendi, stavo benissimo, mi sentivo di nuovo me stessa, dopo tanto tempo il Doc era sotto controllo e gli attacchi di panico solo un ricordo.
Ero più sicura e forte, finché a inizio marzo hai stravolto il mio equilibrio con una “sorpresa” così inaspettata, brutta e violenta, così surreale e unica che se ci penso ancora non riesco a realizzarla e metabolizzarla.
Ho iniziato ad avere paura, paura dell’invisibile, le abitudini sono saltate, non potevo vedere i miei affetti,
lavoravo da casa, ho smesso di usare i tacchi e di truccarmi, mi sono vista con la ricrescita scura e non mi sono piaciuta.
Faticavo a tenere sotto controllo i continui attacchi d’ansia, ma cercavo di tenermi impegnata e aspettavo fiduciosa.
Col passare delle settimane ho imparato a fare la pizza il sabato sera e un buono spritz per il video aperitivo del venerdì con le amiche, ho rinunciato agli abbracci, il reale è stato sostituito dal virtuale.
Ad aprile, quando ci sentivi dire “andrà tutto bene” e cantare sui balconi te la ridevi alle nostre spalle, pensando: “non è finita, il peggio deve ancora arrivare”.
A fine maggio ho rivisto parenti e amici.
L’eccezionalità dell’evento è stata tale da non farmi rendere conto che il tempo passava e all’improvviso è arrivata l’estate.
Le cose miglioravano, ma io non riuscivo a sentirmi tranquilla.
Non sono andata in vacanza, sono uscita poco, mai con leggerezza e spensieratezza, sempre con timore, faticando a lasciarmi andare e divertirmi davvero, ma confidando che la situazione sarebbe presto cambiata.
Quando pensavo di aver trovato una nuova dimensione e di aver sconfitto l’ansia, è arrivata la “seconda ondata”.
Lo so, sai, so che in questo momento stai ridendo di me, perché mi sono fatta trovare impreparata nonostante l’esperienza primaverile.
La paura è diventata terrore, ho smesso di fare anche le poche cose che mi concedevo, ho continuato a togliere alla mia vita e ai miei affetti, per non correre e far correre rischi.
Cercando di controllare l’incontrollabile, sono andata in tilt e il Doc è tornato riducendomi a una schiava.
Non mi sono mai fatta illusioni per le feste, sapevo che non le avresti risparmiate.
Hai lasciato il “meglio” per la fine, un colpo di teatro, l’ultima cosa che farai prima di andartene: tenermi lontana dalla famiglia anche a Natale.
Quello che è rimasto della persona che ero quando sei arrivato, si nasconde dietro alla mascherina, sfinita da dieci mesi di incertezze, paure, dubbi e cambiamenti forzati.
Adesso che stai per andartene non perderò tempo ad insultarti, non servirebbe e non meriti nemmeno di sapere cosa di buono lascerai, perché nonostante tutto, qualcosa in me è cambiato davvero, tanto da farmi sentire una persona migliore, ma come ho detto, non ti riguarda.
Addio 2020.
Buona fine e buon principio Amiche!
La Pulce
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