Quest’anno Babbo Natale è stato bravo e mi ha portato la piastra per capelli che desideravo, purtroppo!
Avevo già una piastra, una normale, tutte le mattine prima di uscire di casa io e Doc ci premuravamo di verificare che fosse al suo posto, chiusa nel ripiano in basso a sinistra del mobile del bagno.
Io avrei fatto volentieri a meno di aprire lo sportello, controllare, stare cinque minuti a guardarla in adorazione tipo Re Magi con Gesù Bambino, ma Doc ci teneva tanto, diceva che era per il nostro bene, che non potevamo farne a meno. Questa operazione mattutina ci stressava molto, tanto che abbiamo pensato di eliminare la piastra, ma se Doc può farne a meno, io no.
Prima di Natale, scrivendo la lista dei desideri, ci è venuto in mente che potevamo chiedere una piastra nuova e migliore, una di quelle che non rovina i capelli e promette pieghe miracolose.
Nessuno dei due aveva considerato che se il nostro desiderio fosse stato esaudito ci saremmo ritrovati con due piastre da gestire.
Capirete che l’euforia che abbiamo provato aprendo il pacco regalo, si è trasformata subito in ansia e paura.
“Adesso come facciamo? Ne abbiamo due!” ha commentato Doc, “nascondi quella vecchia” e io “sì ma dove? “e lui “nel ripiano in alto dell’armadio del corridoio” e io “ok, proviamo a metterla li”.
Così è stato, l’abbiamo rinchiusa nella torre più alta del castello più lontano, eh no scusate, nel ripiano più alto e scomodo dell’armadio promettendoci di non nominarla mai più.
Dal 25 dicembre ai primi di gennaio abbiamo vissuto una temporanea amnesia, ormai per noi esisteva solo la quella nuova, gli straordinari risultati ottenuti, ovvero capelli super lisci e setosi, ci avevano aiutato a gestire bene la novità, inoltre questa piastra richiedeva meno controllo, restavamo in contemplazione solo due minuti, non so perché, forse il pensiero di un oggetto tecnologicamente evoluto, quindi più sicuro, ci faceva vivere più tranquilli.
Eravamo contenti, oserei quasi dire felici … ma quanto può durare la felicità di due ossessivo compulsivi?
Finite le feste è arrivato il momento di tornare in ufficio, ci siamo alzati prima che suonasse la sveglia, ci siamo lavati, vestiti e quando è stato il momento di uscire abbiamo iniziato la PROCEDURA DI ABBANDONO E CHIUSURA CASA, che facciamo ogni mattina, fatta di controlli e rituali sempre uguali.
Dopo i soliti accertamenti, eravamo pronti quando a Doc e’ venuto in mente che nell’armadio c’era una seconda piastra per capelli; ho provato a far finta di niente e mi sono diretta verso la porta di casa, quando lui mi ha richiamata dicendomi: “io non me la sento di uscire, sarei più tranquillo se verificassimo”, così sono tornata indietro, ho aperto l’anta dell’armadio, ho visto la piastra n. 2 e ho richiuso, mi sono diretta di nuovo verso la porta, ma Doc mi ha bloccata: “sei sicura di non averla attaccata a qualche presa? Potrebbe prendere fuoco casa mentre siamo in ufficio”.
Sono tornata indietro, di nuovo, ho riaperto l’armadio e soffocata dalla disperazione ho afferrato la piastra, l’ho infilata nella borsa, ho lanciato uno sguardo d’intesa a Doc e siamo finalmente usciti di casa.
Prima di salire in auto, ho aperto il baule e gliel’ho buttata dentro, mi sono seduta al volante, ho fatto un bel respiro e ho messo in moto, direzione ufficio.
Mentre guidavo ho pensato che in fondo sono fortunata perché non ho un’auto moderna, una di quelle, come ha mio marito, con la presa della 220 in mezzo ai sedili posteriori, altrimenti avrei dovuto portare la piastra in ufficio con me.
Non ho detto a Doc di questo mio ultimo pensiero, ormai lo conosco, sarebbe rimasto in auto al freddo, a cercare un’eventuale, inesistente presa.
Non so cosa succederà in futuro, probabilmente viaggeremo fino alla prossima estate con la piastra n. 2 nel baule, per ora mi accontento di essere riuscita ad uscire di casa e ad arrivare in ufficio quasi puntuale.
La Pulce Ossessivo Compulsiva
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