Eravamo una coppia felice, vivevamo in simbiosi, lavoravamo insieme, uscivamo con la stessa compagnia di amici, eravamo diventati una sola persona, finendo per annullarci come individui.
Abbiamo vissuto così per tanti anni, finché circa 15 mesi fa mi sono rivolta a uno psicologo, durante la terapia qualcosa dentro di me è cambiato, ho sentito l’esigenza di avere spazi solo miei, tempo per me e per le amicizie.
Ho anche cambiato lavoro, ho scoperto che posso camminare anche da sola, posso e voglio farlo.
Allontanandomi ho iniziato a vedere il nostro rapporto in prospettiva e ho realizzato che tutte le cose che facevamo insieme erano per accontentare lui e che quello che sembrava un compagno premuroso e amorevole era in realtà un padrone geloso, possessivo e troppo ingombrante.
Abbiamo iniziato a litigare tutti i giorni e sempre per le stesse cose, non faceva altro che ripetermi frasi del tipo:
“sei cambiata, stavamo bene prima che tu impazzissi e decidessi di andartene in giro a fare cose da sola”, “cosa ti è successo? Dove è finita la persona che voleva sempre stare con me? “
Ho provato a spiegargli il mio punto di vista, gli ho chiesto un po’ di spazio, per me, per le mie cose, ho provato a fargli capire che non c’e’ bisogno di fare sempre tutto insieme, ma lui è un maniaco del controllo, non mi dà tregua, quando sente che la situazione sta per sfuggirgli di mano perde la testa e minaccia di lasciarmi per sempre.
Mi fa paura il pensiero di ritrovarmi di colpo da sola e lui lo sa, così per qualche giorno cerco di accontentarlo, provo a comportarmi come prima, a fare quello che vuole, poi non resisto, mi allontano e discutiamo di nuovo.
Ormai siamo così lontani che non capisco più se sto con lui per amore o dipendenza.
Durante l’ennesima litigata, su consiglio del mio psicologo, gli ho proposto di fare terapia di coppia, “ci serve l’aiuto di una persona competente per cercare di salvare il nostro rapporto” gli ho detto, “così non si va avanti, dopo tanti anni insieme è giusto darci un’ultima possibilità”.
Ha fatto resistenza, ha cercato di farmi cambiare idea, poi davanti alla mia fermezza ha ceduto.
Adesso andiamo da un consulente una volta alla settimana, ci sta aiutando ad affrontare i problemi, o come dice lui, i miei problemi, “giuro che non ti riconosco più, sei cambiata, all’improvviso e senza un motivo”, è vero ma deve allentare la presa, le cose che facevamo insieme non mi entusiasmano più, anzi, inizio a trovarle inutili.
Ho bisogno di spazio e soprattutto non ho nessuna intenzione di tornare indietro, mi piace avere una mia identità, voglio che ci sia un IO prima di un NOI, non può decidere tutto lui, servono compromessi; invece qualunque cosa faccia non e’ abbastanza: sto con lui davanti al forno 10 minuti tutte le mattine, ma dice che e’ poco,  controllo se abbiamo chiuso la porta di casa 150 volte, ma vorrebbe che continuassi all’infinito, non fa altro che lamentarsi: “l’hai sempre fatto, cosa e’ cambiato?”.
Ha ragione, ma stare davanti al gas 15 minuti mi sembra eccessivo, gliene posso concedere al massimo 5.
Il terapista ci ha chiesto cosa vorremmo fare insieme: io desidero uscire per una passeggiata, lui vuole sistemare e riordinare, io voglio andare al cinema, lui a fare shopping, gli propongo di andare a ballare, lui vuole contare le lampadine del lampadario in soggiorno, gli chiedo di prendere un aperitivo, lui vuole controllare per l’ennesima volta l’estratto conto della banca.
Non so se serviranno le raccomandazioni dell’esperto che ci esorta ad ascoltarci e a comunicare, eravamo sintonizzati sulla stessa frequenza, ma da quando io ho preso in mano la mia vita con l’intenzione di iniziare finalmente a viverla, non ci capiamo più.
Caro DOC, sei stato un grande partner, porterò sempre nel cuore il ricordo dei nostri anni insieme, ma forse è arrivato il momento di lascarti.

La Pulce Ossessivo Compulsiva