La collega stxxxza va finalmente in ferie, che liberazione, ma a quale prezzo?

A gennaio facciamo la riunione ferie, sono cinque anni che si ripete la stessa scena.
Un periodo “caldo” che va da giugno a settembre, sette donne che devono accordarsi, 3 settimane libere e due imposte dall’azienda, durante la chiusura di agosto.
Ho studiato il contratto di lavoro, lo conosco a memoria, il programma va presentato al datore di lavoro che deve tenere conto dell’anzianità e delle esigenze familiari di ogni lavoratore, bla bla bla …
Il nostro non vuole saperne, per non fare preferenze dice lui, in realtà non vuole trovarsi nell’arena con sette iene pronte a sbranarlo.
Non è facile decidere chi ha la priorità, potrebbe iniziare una e l’anno dopo un’altra e così via, oppure potremmo sfidare la fortuna con un sorteggio, se invece andassimo per anzianità, le ultime arrivate resterebbero sempre fregate.
Quando arriva il giorno della riunione, affilo gli artigli, metto l’elmetto in testa e vado in guerra.

Una collega usa sempre la stessa scusa: “il mio lavoro è concentrato all’inizio del mese, i clienti lo sanno, sono abituati, devo per forza andare sempre le ultime due settimane di luglio”. Poverina, che brutto periodo!
Unica eccezione, un anno in cui il villaggio in Tanzania costava meno le prime due di luglio e anche se non ci crederete, sapete cosa è successo? Niente, nessuna lamentela, nessun cliente perso.
Una ha il problema della chiusura della scuola dei figli, dei centri estivi e della tata, non può andare via prima di metà giugno né dopo la fine di agosto, si accorda con la sopracitata e prende la prime due di luglio.
Cosa fai tu che non hai pargoli? Vuoi passare per l’insensibile? Vuoi metterti contro una mamma? No, quindi la accontenti.
La collega stxxxza, oltre ai figli, deve anche accordarsi col marito, che ogni anno è casualmente costretto a stare a casa le ultime due di giugno.
Per fortuna i mariti di due colleghe, hanno attività in proprio che si fermano come noi ad agosto, attaccano una settimana alle due di chiusura e per il resto non hanno particolari esigenze, si accontentano degli scarti.
L’ultima collega ama fare viaggi fuori stagione, è quella che va Santo Domingo a novembre o a febbraio, quindi non crea mai problemi.

Poi ci sono io, che non ho particolari esigenze, che non devo incastrare nel Tetris delle ferie i bambini, i nonni, i parenti e la tata, che ho un marito versatile, che decido all’ultimo.
Io che vorrei solo avere la soddisfazione, una volta, dopo tanti anni, di poter scegliere per prima, prendere la terza di giugno o la seconda di luglio, non per fare un dispetto alle altre, ma per avere la soddisfazione di sentirmi rispettata e sapere cosa si prova.

Buone ferie!