Le mie ossessioni se ne fregano delle stagioni e non seguono le mode, sono schegge impazzite che mi colpiscono in maniera casuale e inaspettata.

Alcune sono super resistenti, come il gas e il forno, altre vanno e vengono come l’auto, alcune, poche, “spariscono” lasciando il posto a numerose novità.

Quando finalmente, dopo sofferenza e duro lavoro inizio a dominare una “fissa” ecco che ne appare un’altra con cui lottare.

Certamente non corro il rischio di annoiarmi.

La new entry dell’ultimo mese è il controllo dei rubinetti del bagno: lavandino, bidet e doccia sono la nuova ossessione.

Tutte le mattine prima di uscire di casa e tutte le sere prima di andare a dormire come ultima cosa devo verificare che siano davvero chiusi.

Un’occhiata veloce sarebbe sufficiente per chiunque, ma non per me.  

Io li fisso, sto 2-3 minuti in contemplazione, passo da uno all’altro poi ricominciando il giro.

A volte metto la mano sotto per cercare di convincermi che non sta uscendo acqua, altrimenti mi bagnerei, oppure mi concentro e ascolto bene, perché l’acqua che scorre fa rumore.

Voi direte: “e’ facile distinguere un rubinetto aperto da uno chiuso, basta guardarlo un secondo”, non per me.

La vocina nella mia testa insiste: “sei sicura? Guarda che se ne rimane anche solo uno aperto allaghi casa, anzi l’intero condominio” e mentre la ascolto immagino gli scenari peggiori e mi convinco che è meglio controllare ancora.

Non so perché, ma il rubinetto del lavello della cucina è immune per ora …

La psicologa mi ha domandato se nella vita mi sia capitato di dimenticare un rubinetto aperto, no mai, eppure senza alcun precedente, dal nulla, un giorno la mia testa ha deciso che potrebbe succedere e ne ha fatto un’ossessione che mi procura molta ansia e mi fa perdere tanto tempo.

Ho già iniziato a lavorarci e devo dire che ho visto i primi risultati.

Mai arrendersi!

La Pulce ossessivo compulsiva