Le fiabe ci proiettano in un mondo di fantasia dove tutto è possibile, dove i sogni si realizzano e l’amore vince sempre.
Cosa sarebbero senza magia?
Pensate a Cenerentola, come avrebbe fatto senza la fata Smemorina?
Trasformare una zucca in carrozza, che portento, ma è poca roba rispetto alla famosa scarpetta, grazie alla quale il principe ritrova l’amata.
Uno stratagemma geniale, ma piuttosto scomodo, pensate alle vesciche che devono essere venute a Cenerentola dopo la corsa disperata fuori dal palazzo!
Scarpe di cristallo con tacco, non a spillo, ma pur sempre di 7 cm, indossate senza calze.
Balla tutta la sera e per finire corre via, impossibile!
La vera magia consiste nel non provare dolore indossandole, altrimenti il giorno dopo avrebbe avuto i piedi dilaniati e gonfi e sarebbe stato impossibile infilarli nuovamente in quelle calzature.
Secondo me mentre scappava ha cercato di toglierle, ma nella fretta è riuscita a sfilarne solo una, gran colpo di fortuna, l’equivalente di una vincita al Superenalotto, altrimenti col cavolo che avrebbe ritrovato l’amore della sua vita.
Meno male che si è portata a casa una scarpetta, fosse stato per il principe, starebbe ancora facendo la badante alle tre simpaticone.
Vi rendete conto che il giovanotto dopo ore passate a danzare con Cenerentola, ha bisogno di una scarpetta per riconoscerla?
Non può andare di persona a bussare alla porta di tutte le ragazze in età marito intervenute al ballo?
I casi sono quattro, o e’ abituato a farsi servire e non si scomoda, o sa benissimo che senza tutto quel trucco sul volto sarebbe difficile riconoscerla (una volta lavati via: correttore, fondotinta, cipria, fard, illuminante, eye-liner, ombretto, ciglia finte, rossetto …), oppure non l’ha esattamente fissata dritto negli occhi, magari distratto da altro (non mi risulta che Cenerentola avesse una quinta di seno!), o forse soffre di prosopagnosia e non riesce a ricordare il volto della fanciulla che gli ha rubato il cuore.
Per fortuna la fata era Smemorina e ha dimenticato di riprendersi, insieme al vestito, le scarpette, assicurandoci il tanto amato finale: “e vissero per sempre felici e contenti”.
La Pulce
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