Arrivo a casa, parcheggio e inizia la procedura di chiusura dell’automobile.
L’auto è la mia astronave, dopo aver spento il motore, devo nell’ordine: tirare il freno a mano, spegnere le luci, girare la manopola dell’aria sul freddo, quella dell’intensità’ sullo zero e quella della direzione sull’opzione mezza altezza, chiudere tutte le bocchette, spegnere la radio, dopo aver selezionato sempre la stessa frequenza e lo stesso volume e come ultima cosa ricontrollare che il freno a mano sia ben tirato almeno tre o quattro volte.
Poi finalmente scendo.
Ogni tanto nella mia testa sento una voce che dice: “permesso accordato, potete scendere a Terra”.
A questo punto dovrei chiudere, invece no, faccio un giro intorno all’auto per accertarmi che sia tutto a posto e poi inizia la parte più difficile e umiliante.
Apro la portiera del conducente e inizio a controllare che la marcia sia inserita e che il freno a mano sia tirato.
Li fisso senza mai distogliere lo sguardo, eppure non riesco a convincermi che la marcia sia davvero inserita e che il freno sia davvero tirato.
Ho il terrore che l’auto possa muoversi e investire qualcuno.
A volte basta un minuto, spesso ne servono di più, dipende dal livello di ansia di quel giorno.
Una cosa che mi aiuta moltissimo è contare mentre li osservo, fino a 10 sottovoce.
Come se non fosse già abbastanza imbarazzante, mentre conto mi ricordo che sono nel cortile di casa, alle mie spalle c’e’ il palazzo, con i vicini che magari stanno guardando fuori dalla finestra e mi vedono mentre resto ferma, in mezzo alla portiera aperta, intenta a fissare un punto imprecisato dentro all’auto.
Chissà cosa pensano … Nessuno sa che soffro di Doc, anche se ormai l’avranno capito.
Purtroppo non posso farne a meno e spesso non basta, infatti dopo aver finalmente chiuso l’auto e controllato una decina di volte che sia davvero chiusa, mi capita di tornare indietro, riaprire e ricontrollare da capo marcia e freno.
Credo che Armstrong ci abbia messo meno a spegnere l’Apollo 11 di quanto ci metto io a chiudere l’auto.
La Pulce ossessivo compulsiva
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