Ieri ho pranzato in uno dei ristoranti vincitori di una puntata della trasmissione “4 Ristoranti”, che si trova in una regione del nord Italia, località di montagna.

Non vi annoio raccontandovi tutti i dettagli di un pranzo terribile, parto direttamente dal dolce.
Mi ha incuriosita tra le varie proposte quella che dovrebbe essere una frolla decomposta con spumoso al cacao su vellutata di frutti di bosco.
Per la serie “differenze tra aspettative create dal nome di un piatto e realtà” vi racconto cosa è successo: ordino, aspetto e aspetto ancora pensando che l’attesa non e’ giustificata da nessun componente del piatto, poi finalmente arriva, non ha un bell’aspetto, c’è un liquido scuro che dovrebbe essere il succo dei frutti di bosco, ci sono dei lamponi e delle more freschi, briciole e pezzi di pasta frolla messi a caso e una pallina di gelato al cioccolato.
Sto per assaggiare quando vedo che incastrato in mezzo a un pezzo di frolla c’è un capello.
Aiutooooooooooooooo!
Chiamo il cameriere, glielo faccio notare, si scusa, porta via il piatto e promette di farmene avere un altro in poco tempo.
Mentre aspetto riesco solo a pensare che mi riporterà lo stesso piatto senza il capello, ma ormai è tardi, ho perso l’occasione di chiedere un dolce diverso.
Dopo parecchio torna con uno “nuovo” e si scusa ancora, inforco il cucchiaio pronta a mangiare, anche perché se aspetto rischio di farlo diventare il contorno del tè delle cinque.
Assaggio la frolla che non è per niente buona, il gelato è mediocre e quando arrivo alla prima mora mi accorgo che non è stata lavata, ha ancora la ragnatela del rovo.
Basta, questo è troppo, mi rifiuto di continuare, richiamo il cameriere e gli faccio notare la cosa, poi prima che abbia il tempo di scusarsi, gli dico che farò a meno del dolce.
Mi alzo e vado verso la cassa per pagare, trovo il proprietario, che era stato informato, il quale si scusa e non mi fa pagare il dolce incriminato.
Mi sembra il minimo, promette anche di tirare le orecchie allo chef, colpevole di avere avuto a sorpresa il ristorante pieno e di essere andato in tilt.

Prendo spunto da questo brutto episodio per esortarvi ad essere esigenti ed intransigenti ogni volta che andate al ristorante.
Abituatevi a lamentarvi, a dire quando qualcosa non è buono, a rimandare i piatti in cucina.
Quando arrivate alla cassa e vi chiedono “tutto bene?”  non rispondete col solito “si grazie” di cortesia ma spiegate cosa vi è piaciuto e cosa no.
Ribellatevi al servizio scortese, lento e disattento, al cibo cattivo e ai conti troppo esosi.

La Pulce critica gastronomica