Chissà quanti di voi hanno una madre come la mia, dolce, affettuosa, buona, premurosa, apprensiva, tanto apprensiva, molto apprensiva, troppo apprensiva!

Lei ha paura dei cani, è stata morsa da bambina, motivo per cui non mi ha mai permesso di avvicinarmi a un cane, mai. Quando ne vedeva uno in lontananza mi tirava a sé e mi urlava “stai attenta c’e’ un cane”, più erano grossi più urlava, poi mi trascinava via.
Io sono nata miope e non sono riuscita a vedere bene come fosse fatto un cane finché a quattro anni ho messo gli occhiali, beh, “bene” è un parolone, diciamo che ho iniziato a capire come fosse fatto quel misterioso pericolo che faceva tanto paura a mia madre.
Quando ho compiuto diciassette anni mio padre mi ha regalato un cagnolino, ovviamente io non lo volevo, ne ero terrorizzata e mia madre più di me.
Era un tenero batuffolo, me ne sono innamorata subito e ho smesso di avere paura non solo di lui ma di tutti i cani.
È stata la mia salvezza, mia madre ci ha messo più tempo, si vestiva stando in piedi in mezzo al letto, l’unico posto dove si sentiva protetta, perché la bestiola non riusciva a salire, poi ha imparato a saltare e si è dovuta arrendere, si è fatta coraggio e ha scoperto che mio padre non aveva portato a casa un cucciolo di Doberman, ma una dolcissima palla di pelo.

Lei ha paura delle giostre, non mi ha mai portata in un parco divertimenti, per lei l’altalena del parchetto sotto casa era già abbastanza pericolosa.
Qualche volta siamo andate insieme ad amici al luna park della nostra città, e mi fatta salire solo sul bruco mela, l’unica giostra che non faceva paura a lei.
Pensate che quando avevo quattordici anni, una mia compagna del liceo è stata una settimana al lago con me e i miei nonni, un giorno mi ha chiesto di andare a Gardaland e sapete cosa è successo? Lei e mia nonna sono salite sulle montagne russe, mentre io le guardavo dal bruco mela insieme ai marmocchi di tre anni.
Sono passati tanti anni, adesso sono grande, eppure mia madre mi ha così spaventata e condizionata che ancora non ho il coraggio di salire sulle giostre “pericolose”.

Lei non fa sport e non lo ha mai fatto fare neanche a me perché potevo farmi male, mi era solo permesso di pattinare d’estate in montagna con i nonni, dal lunedì al venerdì quando lei era al lavoro e non poteva stare attaccata alla ringhiera a urlare “stai attenta”.
Quando la domenica andavamo al parco non potevo andare sui tappeti elastici perché erano pericolosi, strano, non ho mai visto nessuna ambulanza arrivare a sirene spiegate per soccorrere un bambino col cranio aperto dopo un volo di sei metri fuori dal tappeto, cosa che mia madre riteneva possibilissima.

Lei soffre di mal di mare e ha convinto anche me di soffrirne, così per anni ho rinunciato alle gite in barca e ho affrontato le traversate in traghetto con i travelgum nella borsa.
L’anno scorso, mi sono trovata sul traghetto da Ibiza a Formentera con mare forza nove mentre gli altri passeggeri urlavano, pregavano e vomitavano, io ero rilassata, guardavo fuori e pensavo a mia madre.
Quando sono arrivata in porto ero affamata, sono corsa a mangiarmi un hamburger gigante e ho realizzato che non ho mai sofferto di mal di mare, sono solo stata suggestionata.

Lei soffre di mal d’auto, le danno fastidio le curve in montagna, sia in salita che in discesa, quando ero piccola mi ricordo che non superavamo i 40 km all’ora e spesso ci fermavamo per dar sfogo alla sua nausea.
Io sono cresciuta dicendo a tutti di andare piano perché la montagna mi dava fastidio, dovevo stare seduta davanti e abbassare il finestrino per precauzione, prima di partire masticavo un chewingum e non potevo bere neanche un goccio d’acqua.
Vi giuro che stavo davvero male, poi a sedici anni, un amico più grande già patentato ha portato me e altri due amici in montagna.
Ero seduta dietro, col finestrino su, non avevo il chewingum, avevo pranzato da poco e il mio amico guidava tra i tornanti come Colin Mcrae al rally di Montecarlo.
Quando siamo arrivati sono scesa e stavo benissimo, forse perché non ho neanche mai sofferto di mal d’auto.

Chissà come sarebbe stata la mia vita e come sarei adesso se mia madre mi avesse incoraggiata a fare bungee jumping, ad andare sulle montagne russe più alte del mondo, a buttarmi col paracadute, a fare rafting o a correre con i tori a Pamplona.

Pensandoci bene sono tutte cose che dovrei far fare a Lei!

Ti voglio bene Mamma

La Pulce