Da quando l’azienda di mio marito si è trasferita fuori città, dovendo fare più km per andare al lavoro, la mattina esce prima di noi, lasciandoci l’incombenza di chiudere casa.
Ci abbiamo provato io e Doc, ma facevamo sempre tardi in ufficio a causa del protrarsi dei controlli e la cosa peggiore, era che lo stress accumulato nei check casalinghi si trasformava in attacchi di ansia che si protraevano per tutto il giorno.
Dopo una settimana eravamo esausti e psicologicamente molto provati, per fortuna Doc ha avuto un’idea: puntare la sveglia 15 minuti in anticipo per essere pronti in tempo per uscire prima o insieme al coniuge.
All’inizio, a causa dello slittamento di orario, in casa c’era un gran traffico, dopo alcune mattine di assestamento e qualche simpatico imprevisto, (i due uomini si sono trovati sotto la doccia insieme), ci siamo coordinati, adesso ci svegliamo a orari sfalsati di dieci minuti, prima gli ossessivi, poi quello normale.
Dovreste vedere come siamo precisi e organizzati, Doc va in bagno a lavarsi mentre io controllo le previsioni meteo, ed eventualmente apporto modifiche ai vestiti che abbiamo preparato insieme la sera prima; se è in arrivo un vortice di aria calda o fredda, aggiungo o tolgo un maglione, se è prevista una perturbazione, sostituisco le sneakers con gli anfibi.
Quando lui esce e va in camera a vestirsi io corro in bagno, quando ho finito cedo il posto a mio marito, mentre mi vesto, Doc inizia l’ispezione della sala, quando sono pronta faccio i controlli delle zone che mi spettano da contratto, camera da letto e bagno, mentre mio marito, che nel frattempo ha finito di vestirsi, si occupa della sua area, la cucina.
Ci muoviamo a tempo, perfettamente coordinati, come una piccola amorevole orchestra che segue la bacchetta di un immaginario direttore, ma basta un piccolo imprevisto, una distrazione a farci perdere il ritmo fino a stonare, ed ecco che tutti i controlli devono essere svolti velocemente e la testa si impalla, la mia e quella di Doc.
Usciamo di casa in fretta, carichi di ansia e preoccupazione, che non riusciamo più a scrollarci di dosso.
Scendiamo le scale, saliamo in auto, ci immergiamo nel traffico cittadino e iniziano i guai.
Come stamattina: avevamo la testa nel pallone, ancora ferma davanti alla presa di corrente del bagno.
Doc era insicuro, non riusciva a concentrarsi e ha preteso che alla rotonda anziché girare a destra come al solito, tornassi indietro per verificare la presa.
Abbiamo proseguito verso la tangenziale, fatto tutto il giro, preso l’uscita di casa e siamo saliti.
Siamo stati 10 minuti in bagno a fissarla, quando Doc ha stabilito che non vi era niente di attaccato e pericoloso, siamo ripartiti.
Cosi’ nonostante fossimo usciti con largo anticipo, dopo tutto quel giro eravamo così agitati, stressati e ansiosi che avremmo voluto tornare a casa e andare a letto, invece ci siamo messi a lavorare.
Come si dice: chi ben comincia è a metà dell’opera, il mattino ha l’oro in bocca e altre cavolate di proverbi adatti ad individui normali, il nostro proverbio è questo:
“se per la troppa fretta ti attardi coi controlli, ti vien l’ansia e non la molli!”
Le avventure con Doc
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