È il soprannome che mi ha dato mio marito, dal niente, inventandosi una parola nuova, il classico nomignolo affettuoso.

Si, Gnaaus è anche questo, ma è soprattutto la parte più bella di me, quella che si era persa, che nessuno vedeva da tantissimo tempo e che io stessa avevo dimenticato, ma non lui.

Quando ci siamo conosciuti ero una ragazza allegra, piena di fantasia, solare e serena, poi anni di Doc, ansia e dolore mi hanno trasformata.

Mi sono persa per tanto tempo e mentre combattevo le mie battaglie, lui era sempre vicino a me, nonostante io spesso cercassi di allontanarlo in malo modo.

Chiunque altro sarebbe scappato, lui è rimasto, trovando la forza di lottare, nella certezza che, da qualche parte dentro di me, ci fosse ancora un grammo di quella ragazza di cui si era innamorato.

Quando ho iniziato a stare meglio e sono tornate le risate e la complicità, lui si è inventato questa parola, un modo nuovo per chiamarmi che, inconsciamente, usa solo quando vede che sto bene; se tornando a casa, lo saluto con un brutto tono, ecco che non sono più Gnaaus ma Amore, Tesoro o niente!

Ogni volta che mi chiama così, mi fa sentire amata e mi sprona a migliorare.

Ci sto lavorando, non è facile, vorrei essere Gnaaus 24 ore al giorno, tutti i giorni, vorrei essere la persona leggera, divertente e sicura di sé, che vede lui e per cui vale la pena lottare.