I familiari delle persone che soffrono di DOC, non sono sempre di aiuto ai loro cari, anzi, spesso rappresentano un’ulteriore fonte di ansia e stress.

Io sono fortunata, mio marito non mi ostacola quando faccio il giro controlli, non si arrabbia se sono in ritardo, perché sono stata 10 minuti a fissare i fornelli del gas, si attiene scrupolosamente ai rigidi protocolli che ho stabilito, sa che se ho un dubbio mi deve rassicurare, anche se gli chiedo 5 volte di fila la stessa cosa.
Col tempo è diventato un valido sostegno, ma non fraintendetemi, non avvalla ogni mia ossessione, mi sta vicino e mi aiuta, sa quando è il momento di insistere e chiedermi di fare qualche sforzo per stare meglio, e capisce quando sto davvero male e non posso farcela.
Ogni giorno esco di casa per prima, faccio il giro controlli, perché come dico sempre: “la mia casa è la mia prigione mentale”; spesso chiedo a mio marito di dare un’ultima occhiata al forno, per maggiore sicurezza, sapere che verificherà anche lui mi permette di andare al lavoro più serena.
Altrimenti io sono capace di stare lì, nell’angolo tra la porta della cucina e il corridoio della sala all’infinito, vittima delle mie ossessioni e della paura, in una perenne sfida tra me e l’elettrodomestico incriminato, l’ultimo ostacolo sulla strada per la libertà.
Lo fisso e gli domando: “sei spento?”, non l’ho mai sentito rispondere, in caso contrario mi sarei rivolta a un professionista specializzato in malattie mentali!

Stamattina mio marito mi ha davvero stupita, è uscito prima di me, quindi quando sono arrivata dal mio amico Forno, ho pensato: “bene, adesso chissà quanto ci rimango!”, invece attaccato alla maniglia c’era un post-it con scritto: “E’ SPENTO!!! Ho controllato”, l’ho guardato, ho sorriso e sono uscita di casa, leggera e sollevata.

Questo è uno dei gesti d’amore più belli che potesse fare, meglio di un mazzo di rose o di una cena romantica.
Senza che gli chiedessi nulla, in maniera spontanea, si è preoccupato sapendo che avrei avuto difficoltà.

Grazie Amore!