Non importa se l’abbiamo già visto dieci volte, con stasera saranno undici.
“Il diavolo veste Prada” è un’icona cinematografica, un film perfetto di cui adoriamo ogni secondo, che ci permette di osservare lo scintillante mondo della moda, da una nuova prospettiva, quella della direttrice della rivista più famosa, tra sfilate, party, abiti e accessori meravigliosi.
Gli ingredienti che concorrono a farne un successo sono i costumi, gli attori, le battute, le gag rimaste nella storia, mi riferisco ovviamente al maglioncino, il tutto condito da una perfetta colonna sonora.
Nessuna di noi sarebbe stata in grado di riconoscere il famoso color ceruleo, tra cento sfumature di blu, ed è anche per questo che viene così facile identificarsi con la protagonista, Andy, giovane, carina e intelligente, alla ricerca del primo lavoro, un po’goffa e dall’aspetto non troppo curato.
Intravediamo subito in lei le potenzialità che preannunciano a una metamorfosi da brutto anatroccolo a bel cigno, ma non solo, Andy è anche una moderna Cenerentola che si trasforma, con l’aiuto di Nigel, da ragazza acqua e sapone, digiuna di moda e tendenze, ad affascinante e stilosa assistente della donna più potente del settore.
Miranda è perfida, ma non potrebbe essere altrimenti, è proprio questo a renderla credibile, affascinante e assolutamente irresistibile.
Se lo analizziamo più da vicino, scopriamo che “Il diavolo veste Prada” è un film che si basa su una serie di compromessi:
primo: accettare un lavoro totalmente contrario alla propria filosofia di vita, che non avremmo mai preso in considerazione, con lo scopo di guadagnare l’accesso al lavoro dei nostri sogni. Ad Andy non interessa il mondo della moda, vuole scrivere per riviste più “importanti”, ma ha bisogno di un trampolino di lancio e accetta di sacrificare un anno della sua vita per raggiungere l’obiettivo;
secondo: sopportare di essere ripetutamente umiliata e messa alla prova dal datore di lavoro e dalle colleghe, subire vessazioni, sacrificarsi e adattarsi a svolgere compiti al limite dell’impossibile. Vi ricordano qualcosa le gemelle ed Harry Potter?
terzo: rinunciare ad avere una vita, tempo per gli affetti e gli amici, rendendosi disponibile e reperibile h24. Andy stava per perdere il fidanzato;
quarto: essere disposta a cambiare abbastanza da adattarsi alle esigenze dell’ambiente lavorativo, per avere maggiori possibilità di successo, mi riferisco alla svolta trendy e modaiola;
quinto: essere totalmente inghiottita dal sistema, essere disposta a rinunciare ai propri principi e all’integrità morale pur di avere successo. Vedi finale del film.
Quest’ultimo compromesso è il punto di non ritorno che Andy non è disposta a oltrepassare, pur di non tradire sé stessa e i suoi ideali, decide di lasciare il lavoro, mandando all’aria mesi di sacrifici.
Siccome le buone azioni vengono sempre premiate, la protagonista trova un nuovo impiego, quello che aveva sempre desiderato.
Buona visione, vi saluto con una frase di Miranda: “E non hai la minima idea dello stile, del senso della moda… No, non era una domanda…”