Sono una maniaca del controllo, passo la vita cercando di prevenire gli imprevisti, quelli reali e quelli inventati dalla mia testa, è un continuo di: “se faccio questo non succederà quello”, parole a cui fanno seguito azioni.
Sono brava, nulla sfugge al mio controllo, tranne gli eventi atmosferici, rei di alterare seriamente il mio precario equilibrio mentale.
Non c’è niente che posso fare per impedire una nevicata o una grandinata, ma sapere se e quando succederà è sufficiente per farmi stare meglio e darmi la sensazione di avere il potere di intervenire, riducendo i pericoli.
La meteorologia rappresenta da sempre la risposta razionale a un bisogno irrazionale e irrealizzabile: ero una bambina che aspettava di guardare il meteo dopo il tg, un’adolescente che controllava sui siti specializzati cosa sarebbe successo il giorno dopo e adesso sono quella che si è scaricata cinque app sullo smartphone per sapere con esattezza che tempo ci sarà durante la settimana.
Per fortuna a tenere tutto sotto controllo non sono sola, con me c’è sempre il mio inseparabile compagno di vita.
Doc è il genio delle previsioni meteo, potrebbe tranquillamente sostituire il colonnello Giuliacci durante le ferie.
Per essere sempre informato e non farsi cogliere impreparato da qualche improvvisa perturbazione, ha inventato un suo sistema di monitoraggio, che avviene attraverso una complicata operazione di confronto dati, che si svolge due volte al giorno, la mattina appena svegli e la sera dopo cena, attraverso la consultazione nervosa e concitata delle 5 app.
Dovreste vederlo mentre emette il verdetto, sembra un aruspice, gli manca solo il cappello conico: “domani freddo e nuvoloso, niente pioggia”.
In base a quello che profetizza agisce, tutte le sere, dopo aver emesso la sentenza meteorologica, prepara i vestiti per il giorno seguente, in base alle temperature previste decide quale maglione indossare, quello a collo alto, girocollo, caldo cotone o fresco lana.
Quando tutti si lamentano perché hanno troppo freddo o troppo caldo, lui li ammonisce: “basta guardare il meteo prima di uscire di casa!”.
Quando è prevista pioggia non mette i polacchini scamosciati, indossa una felpa o una giacca col cappuccio per ripararsi e impone a me la stessa cosa.
Se vedete due cretini sotto all’acqua, che camminano a braccetto, siamo noi che ci bagniamo piuttosto che usare uno strumento a suo dire così pericoloso come l’ombrello: “stiamo scherzando? Uno dei raggi potrebbe finire nell’occhio del malcapitato che cammina vicino a noi. Io non la voglio una responsabilità del genere, cosa saranno mai due gocce d’acqua?” e io “certo, hai ragione, facciamo come vuoi tu, come sempre caro!”.
Organizza i suoi impegni in base alle perturbazioni, odia i cambi di programma, ma preferisce quelli alla gestione di un’emergenza meteo.
I nostri colleghi e amici hanno capito quanto siamo preparati e ci chiedono sempre aggiornamenti, soprattutto il venerdì, quando fanno programmi in vista del week end.
Doc elargisce previsioni meteo con grande fierezza, ma poi quando il lunedì seguente si sente dire da un collega “che palle ieri, sono andato in centro e diluviava”, gli risponde con uno dei suoi toni strong: “ti avevo detto che sarebbe piovuto, dovevi andare in centro sabato e ieri al cinema!”
A furia di divinazioni, gli è scappata la mano e ha inventato un nuovo calendario astrologico: ha diviso l’anno in 3 stagioni, la prima da novembre a marzo, in cui bisogna preoccuparsi della nebbia, della neve e del ghiaccio, la seconda da giugno a settembre, mesi pericolosi per la grandine e i tornado, l’ultima che comprende aprile, maggio e ottobre, mesi neutri perché non necessitano di particolari ansie.
Tutto è rigorosamente organizzato in base alle stagioni, anche l’auto: a ottobre va a fare scorta di spray per sghiacciare i vetri e lascia sul sedile posteriore una felpa nera pesante, (col nero non si sbaglia mai, sta bene con tutto), a fine maggio butta nel baule una coperta vecchia, per riparare la carrozzeria da improvvise grandinate e un beauty comprensivo di deodorante per le emergenze caldo.
A suo dire è riuscito a domare anche le perturbazioni meteorologiche, tutte tranne una … La neve!
Quando in una delle sue app spunta un fiocchetto, impazzisce, si fa prendere dall’ansia e dal nervoso e mi costringe a preparare abbigliamento ed equipaggiamento adeguati per entrambi.
Nello zaino mettiamo un cambio perché sicuramente ci bagneremo e suderemo, un paio di scarpe decenti da indossare al lavoro perché in queste occasioni il rischio di scivolare, cadere e farsi male è altissimo e dobbiamo uscire di casa con gli scarponcini che avevamo nascosto per quanto sono brutti, ma sono gli unici che abbiamo con la suola in gomma.
Quando nevica Doc mi obbliga a lasciare l’auto in garage per andare in ufficio in autobus.
Non sarebbe niente prendere l’autobus, il problema è che sotto casa nostra ne passa uno ogni ora solo nei giorni pari dei mesi dispari, se l’autista si ricorda.
Non è finita, se riusciamo a prenderlo dobbiamo scendere in stazione e cambiare con un altro che arriva abbastanza vicino al lavoro.
I nostri cari devono per forza usare l’auto e noi passiamo la giornata in ansia per loro, chiedendo di essere avvisati ad ogni spostamento e passando tutto il tempo ad aspettare i loro messaggi “parto adesso”, “sono arrivato”, “sto uscendo “, “sono a casa”.
Ormai conoscete bene Doc, quindi sono sicura che non vi siete stupiti leggendo delle sue divinazioni, le avrete trovate  esagerate, inutili e al limite del ridicolo, ma sono altrettanto certa che quando sarete colti da un improvviso acquazzone mentre siete in giro in bici a 30 km da casa, patirete freddo in ufficio perché siete usciti con la giacca leggera, arriverete all’aperitivo puzzando, perché siete troppo vestiti o rovinerete le vostre scarpe preferite camminando in mezzo alla neve non prevista, penserete al mio Doc con molta invidia.