Il 18 dicembre 1970 entrò in vigore la legge 898 “disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio”.
Oggi tutti “divorziano”, Papa Benedetto XVI dal papato, Henry e Meghan dalla famiglia reale.
Le modalità con cui avvengono gli annunci ufficiali, sono singolari, in latino durante il concistoro, o attraverso i social.
Penso a tutte le volte in cui ho minacciato mio marito di chiedere il divorzio, urlando a squarciagola: “basta, vado dal mio avvocato, convochiamo te e il tuo legale, ci accordiamo, depositiamo il ricorso per divorzio congiunto, aspettiamo che il tribunale fissi la data per l’udienza, ci presentiamo e confermiamo di voler divorziare.
Inizia la separazione, da lì a sei mesi la sentenza di divorzio è definitiva, stappo lo champagne e sono finalmente libera di sposare Bradley Cooper!”.
Troppa fatica, mi stancavo solo a pensarci e mi passava la voglia, a saperlo che bastava dire: “viro, repudio” o comunicarglielo con un post su Instagram: “ho deciso di fare un passo indietro come membro “senior” della nostra famiglia, non ho nessuna intenzione di rendermi economicamente indipendente, continua pure a supportare pienamente me e le mie finanze”.
Perché le persone divorziano?
Oltre ai soliti validi motivi, come sentimenti che svaniscono e tradimenti, spesso sono la quotidianita’, la routine e le incomprensioni, a lacerare i rapporti fino a distruggerli.
La saggezza popolare afferma che un matrimonio felice è quello dove regna il “compromesso”, oppure aggiungo io, quello in cui gli sposi abitano in case diverse.
Pensate a quanto era bello fare i fidanzatini, passare insieme il week end, poi tornare a casa propria, il posto dove lasciarsi andare a manie, rituali e cattive abitudini.
Dico sempre a mio marito che saremmo più felici se vivessimo separati, in due appartamenti sullo stesso pianerottolo, vicini, ma ognuno a casa propria.
Ci eviteremmo le classiche discussioni che si scatenano quando i contrasti casalinghi si sommano allo stress di lavoro, impegni, imprevisti e problemi vari.
Sto parlando delle piccole cose, quelle che all’inizio appaiono insignificanti, quando siamo travolti dalla passione e sentiamo le farfalle nello stomaco, che col loro svolazzare fanno sembrare ogni sacrificio una dolce prova d’amore.
Ma si sa, la vita di una farfalla dura al massimo un anno, poi cosa succede?
Furibondi litigi legati alla convivenza, questioni che si potrebbero affrontare e chiarire prima delle nozze, della serie, patti chiari, matrimonio lungo.
Come? Con un accordo prematrimoniale ad hoc.
Chi ha detto che bisogna preoccuparsi solo della parte economica?
Le decisioni più importanti riguardano le questioni domestiche: chi butterà la spazzatura, chi asciugherà le gocce d’acqua sul vetro della doccia, ma soprattutto, la necessità di adottare un unico e condiviso metodo per caricare la lavastoviglie.
Se uno dei due, viene meno all’accordo, l’altro può chiedere la separazione immediata; è prevista una revisione dei compiti ogni due anni.
Gli esperti non lo dicono, ma la verità è che almeno il 65% dei matrimoni naufraga per colpa della lavapiatti.
Purtroppo in Italia, gli accordi prematrimoniali non sono legali, quindi cosa fare?
Una soluzione ci sarebbe, un corso prematrimoniale obbligatorio per chiunque decida di sposarsi.
Una versione 3.0 aggiornata e rivista, con lezioni tenute da esperti del settore ed esercitazioni pratiche, in una vera casa, attrezzata apposta per imparare i trucchi delle casalinghe più navigate.
In questo modo ci sarebbe la metà dei divorzi.
Invece, ogni sera una lite: “non vanno messi così i piatti, guarda, è già piena”, “spostati, non sai fare neanche questo”.
Cari mariti, sapete quante delle vostre mogli, appena lasciate la cucina, riaprono la lavastoviglie, tolgono e rimettono tutto, diversamente da come l’avete messo voi?
Ci credo che poi arrivano a letto arrabbiate ed esauste e non ve la danno!
Caricare la lavastoviglie è un gioco di incastri, “un equilibrio sopra la follia”, una partita di shangai con i bicchieri e le pentole al posto dei bastoncini.
La disposizione è il motivo di discussione più frequente, ma c’è un’altra cosa che ci fa infuriare, quando non sciacquate prima di caricare e la roba non si lava.
Così facendo siete certi di andare in bianco per il resto della settimana.
Aspettando una legge che renda obbligatori i corsi prematrimoniali, per avere un matrimonio felice, non ci resta che boicottare la lavastoviglie e lavare tutto a mano.
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